È una delle specie di uccelli più comuni della Toscana, è una gran chiacchierona — nonostante abbia una voce molto sonora ma poco gradevole — e la si può vedere durante tutto l’arco dell’anno; forse è per questo che la Ghiandaia (Garrulus glandarius) risulta così conosciuta nella nostra regione.

Questo Corvide di medie dimensioni (35 cm di lunghezza per 55-60 cm di apertura alare) è veramente inconfondibile per il piumaggio bruno–rosa, le ali macchiate di bianco col margine azzurro dato dalle penne copritrici, il groppone bianco e la coda nera.

Una Ghiandaia (Garrulus glandarius). Fotto di Giovanni Cappelli

Una Ghiandaia (Garrulus glandarius). Foto di Giovanni Cappelli.

 

La Ghiandaia, specie prettamente forestale, si può trovare in qualsiasi tipo di bosco, ma predilige in particolar modo i querceti; frequenta, tuttavia, anche i parchi urbani e le aree coltivate, ma solo se ricche di siepi, arboreti e lembi di bosco.

La specie è sedentaria, vale a dire che non compie migrazioni ma rimane tutto l’anno in Toscana; nidifica una volta all’anno nel periodo compreso tra marzo fino a tutto maggio, quando, con stecchi e radici, costruisce, sugli alberi, un grosso nido emisferico dove vengono deposte 5-6 uova grigio-verdastre. Le uova si schiudono dopo una ventina di giorni ed i piccoli vengono allevati dai genitori per circa tre settimane.

La Ghiandaia si nutre prevalentemente di ghiande, castagne, faggiole, nocciole ed altri frutti — selvatici e coltivati— ma integra la dieta con insetti, uova e nidiacei di uccelli e piccoli mammiferi.

In Toscana la Ghiandaia è molto comune e si rinviene dal livello del mare sino a 1500 m, anche se la frequenza della specie diminuisce nettamente al di sopra dei 1000-1100 m di altitudine.